Il ragionamento morale
Abstract
Nella premessa si precisa che questa riflessione sul ragionamento morale può essere considerata solo generale perché è di competenza specifica della psicologia clinica. Tuttavia anche altre discipline, come la teologia – specie quella morale e catechetica – possono giovarsi di queste ricerche. Viene preventivamente precisato che lo studio del pensiero magico non ha per oggetto la coscienza morale, che per sua natura è insondabile e quindi non può essere oggetto di nessuna indagine scientifica. Il ragionamento morale studia l’insieme dei processi cognitivi ed emotivi attivati nella scelta del male minore. La valutazione di situazioni, argomentazioni, motivazioni e intenzioni sono sempre intrecciati con il concetto di probabilità del rischio e di gravità del danno, attribuzione di causalità e responsabilità. Dopo aver accennato alle prime ricerche classiche in questo settore (Piaget per l’infanzia e Kohlberg per l’adolescenza) si prendono in considerazione le principali ricerche sul ragionamento morale degli anni ’80 e ’90 negli ambiti più svariati dell’agire umano: in famiglia; in età evolutiva, in genere; nei bambini non problematici come in quelli maltrattati; in adolescenza; nelle sue differenza di genere; nelle sue correlazioni col ragionamento sociale; nei contesti di aggressività generale e nelle attività criminali. Alcuni studi sono orientati alla ricerca di elementi predittori di antisocialità. Il deficit di autoregolazione correlato con uno stile di attaccamento insicuro sembra predisporre ad un ragionamento morale poco empatico e molto impulsivo. Altri studi si rivolgono alle componenti psiconeurobiologiche che potrebbero contribuire alla psicopatologia del ragionamento sociale e predisporre ai comportamenti antisociali.